lunedì 11 aprile 2011

Bioelettricità, l’energia del futuro

bioelettricita
Secondo una ricerca appena pubblicata nell’edizione on-line di Science, piuttosto che laconversione delle colture energetiche a carburante liquido per utilizzarle in un motore a combustione interna, è molto più efficace convertirle in energia elettrica per alimentare i veicoli. Rispetto all’etanolo, questo tipo di energia fornisce l’80% di chilometraggio in più per ettaro di coltura, ed al contempo raddoppia anche  il risparmio nelle emissioni.
Alcuni ricercatori delle Università della California di Merced e Stanford, hanno realizzato un programma sulla sicurezza alimentare e l’ambiente e hanno effettuato un analisi del ciclo di vita del bio-etanolo e dell’elettricità che riguardava sia l’energia prodotta da ciascuna tecnologia, ma anche l’energia consumata nella produzione dei combustibili e dei veicoli da loro alimentati.
Secondo quanto si legge su Science, la bio-elettricità è l’evidente vincitore nella sfida del trasporto nel confronto dei chilometri per acro, indipendentemente dal fatto che l’energia è stata prodotta dal mais o dall’erba, basta che provenga da una coltura energetica a base di cellulosa. Ad esempio, un piccolo SUV alimentato a bioelettricità potrebbe viaggiare su strada per circa 22 mila km grazie all’energia prodotta da un acro di erba, mentre un veicolo a combustione interna può viaggiare solo circa 14.000 km sulla stessa strada. Ancora maggiore è la differenza nel chilometraggio medio per entrambe nel traffico cittadino, dove i chilometri per un SUV a biolelettricità superano i 24 mila, mentre si riducono a 12 mila per un veicolo a combustione interna.
Vien da sè che è molto maggiore il risparmio in termini economici e di emissioni digas serra. E poi ci sono le differenze tra le varie emissioni. L’energia proveniente da un acro di erba utilizzata per un veicolo elettrico è tale da impedire o compensare l’emissione di un massimo di 10 tonnellate di CO2 per ettaro, rispetto ad un’auto a bioetanolo di analoghe dimensioni. Attraverso diversi tipi di veicoli e di colture, la compensazione media della bioelettricità rispetto all’etanolo va oltre il 100%.