Obiettivo emissioni zero. La città di Parma punta alla sostenibilità e lancia il progetto Zero Emission City con l’obiettivo di ridurre le proprie emissioni di gas serra. Per farlo la città emiliana ha scelto di partire dalla mobilità, con un massiccio investimento sulle auto elettriche. Ne saranno messe in circolazione 100 nel 2011 e 1.000 entro il 2015. Entro lo stesso periodo saranno installate in città 300 colonnine di ricarica. Il tutto per un investimento di 1,9 milioni di euro nel primo anno e 9 milioni complessivi. I dettagli del meccanismo di gestione sono ancora da definire, ma sembra che sarà Infomobility, società partecipata del Comune di Parma specializzata in consulenze e servizi per la gestione della mobilità urbana, ad acquistare le vetture.
Molte le case automobilistiche interessate, tra cui Chevrolet, Citroen, Mitsubishi, Nissan, Opel, Peugeot, Pininfarina, Renault, Toyota e Ducati. Di queste, otto hanno firmato una lettera di intenti rivolta al Comune di Parma dichiarando la propria disponibilità a mettere a disposizione i veicoli. «Le modalità contrattuali sono ancora da definire – commenta Carlo Iacovini, responsabile del progetto e segretario di Euromobility, associazione mobility manager – ma è incoraggiante che le case automobilistiche abbiano dato la propria adesione».
Le auto saranno in parte date in dotazione al Comune per la gestione dei servizi pubblici, in parte saranno utilizzate all’interno del già esistente servizio di car sharing di Parma. La novità è che il Comune stesso darà un incentivo ai cittadini che vorranno iscriversi al car sharing elettrico. Il costo all’utente tuttavia, nonostante l’incentivo comunale, resta alto: secondo le previsioni infatti dovrebbe aggirarsi intorno ai 400 euro al mese. «Ma va detto che il parcheggio in città è gratuito – spiega ancora Iacovini – si ha libero accesso nelle Ztl e si possono utilizzare le corsie preferenziali. Inoltre non si paga il bollo e assicurazione e ricariche sono incluse nell’abbonamento e quindi si elimina anche il costo del carburante. Se si considera che si azzerano tutte queste spese, il vantaggio c’è».
Il car sharing sarà organizzato in modo da coprire diverse zone della città e le 300 colonnine di ricarica saranno liberamente accessibili agli utenti registrati. Inoltre l’elettricità per la ricarica sarà prodotta da fonti rinnovabili: «Iren, la multiutility che gestisce il servizio elettrico a Parma – riprende Carlo Iacovini – sta studiando la soluzione migliore per alimentare le colonnine. La fonte a monte sarà il fotovoltaico che già produce parte dell’energia distribuita da Iren e su cui l’azienda farà ulteriori investimenti per coprire i nuovi consumi energetici legati alle auto elettriche».
Si tratterà però di energia presa dalla rete e non di elettricità prodotta in loco con pannelli dedicati. Limiti di un progetto che ha comunque il pregio di dare una spinta al mercato dell’elettrico italiano che, nel 2010 ha registrato appena 103 veicoli venduti, pari allo 0,01% del mercato automobilistico, contro un potenziale stimato del 2-5% (stime dei concessionari secondo i dati di una ricerca di InterAutoNews).
«Mi auguro che la rivoluzione dell’auto elettrica parta da Parma – ha commentato il sindaco Pietro Vigliani nel corso della presentazione di ZeroEmission City – In Europa sono state fatte scelte che vanno verso la promozione dell’elettrico. Sono scelte importanti per iniziare a coniugare il diritto alla mobilità con il diritto alla salute. Parma si vuole muovere in questa direzione».
E tuttavia le iniziative isolate di poche virtuose città, se pure meritevoli, non bastano a diffondere un modello alternativo di mobilità: quello che manca, a livello sia italiano che europeo sono infrastrutture standardizzateche consentano la circolazione dei veicoli elettrici anche al di fuori dei centri urbani. Lo ha sottolineato il vice presidente della Commissione europea, Antonio Tajani, intervenendo alla presentazione dell’iniziativa: «L'idea è di poter dare anche degli standard omogenei per quanto riguarda le prese elettriche entro la fine dell'anno. Ho già dato mandato ai responsabili di presentare proposte per compiere passi in avanti soprattutto per facilitare chi vuole usare l'auto elettrica abbattendo le frontiere». Tajani ha comunque sottolineato l’importanza del progetto di Parma e ha avanzato la proposta di inserire la città nel progetto Smart Cities che coinvolge diversi centri europei nell’elaborazione di modelli innovativi di pianificazione e organizzazione urbana.
Molte le case automobilistiche interessate, tra cui Chevrolet, Citroen, Mitsubishi, Nissan, Opel, Peugeot, Pininfarina, Renault, Toyota e Ducati. Di queste, otto hanno firmato una lettera di intenti rivolta al Comune di Parma dichiarando la propria disponibilità a mettere a disposizione i veicoli. «Le modalità contrattuali sono ancora da definire – commenta Carlo Iacovini, responsabile del progetto e segretario di Euromobility, associazione mobility manager – ma è incoraggiante che le case automobilistiche abbiano dato la propria adesione».
Le auto saranno in parte date in dotazione al Comune per la gestione dei servizi pubblici, in parte saranno utilizzate all’interno del già esistente servizio di car sharing di Parma. La novità è che il Comune stesso darà un incentivo ai cittadini che vorranno iscriversi al car sharing elettrico. Il costo all’utente tuttavia, nonostante l’incentivo comunale, resta alto: secondo le previsioni infatti dovrebbe aggirarsi intorno ai 400 euro al mese. «Ma va detto che il parcheggio in città è gratuito – spiega ancora Iacovini – si ha libero accesso nelle Ztl e si possono utilizzare le corsie preferenziali. Inoltre non si paga il bollo e assicurazione e ricariche sono incluse nell’abbonamento e quindi si elimina anche il costo del carburante. Se si considera che si azzerano tutte queste spese, il vantaggio c’è».
Il car sharing sarà organizzato in modo da coprire diverse zone della città e le 300 colonnine di ricarica saranno liberamente accessibili agli utenti registrati. Inoltre l’elettricità per la ricarica sarà prodotta da fonti rinnovabili: «Iren, la multiutility che gestisce il servizio elettrico a Parma – riprende Carlo Iacovini – sta studiando la soluzione migliore per alimentare le colonnine. La fonte a monte sarà il fotovoltaico che già produce parte dell’energia distribuita da Iren e su cui l’azienda farà ulteriori investimenti per coprire i nuovi consumi energetici legati alle auto elettriche».
Si tratterà però di energia presa dalla rete e non di elettricità prodotta in loco con pannelli dedicati. Limiti di un progetto che ha comunque il pregio di dare una spinta al mercato dell’elettrico italiano che, nel 2010 ha registrato appena 103 veicoli venduti, pari allo 0,01% del mercato automobilistico, contro un potenziale stimato del 2-5% (stime dei concessionari secondo i dati di una ricerca di InterAutoNews).
«Mi auguro che la rivoluzione dell’auto elettrica parta da Parma – ha commentato il sindaco Pietro Vigliani nel corso della presentazione di ZeroEmission City – In Europa sono state fatte scelte che vanno verso la promozione dell’elettrico. Sono scelte importanti per iniziare a coniugare il diritto alla mobilità con il diritto alla salute. Parma si vuole muovere in questa direzione».
E tuttavia le iniziative isolate di poche virtuose città, se pure meritevoli, non bastano a diffondere un modello alternativo di mobilità: quello che manca, a livello sia italiano che europeo sono infrastrutture standardizzateche consentano la circolazione dei veicoli elettrici anche al di fuori dei centri urbani. Lo ha sottolineato il vice presidente della Commissione europea, Antonio Tajani, intervenendo alla presentazione dell’iniziativa: «L'idea è di poter dare anche degli standard omogenei per quanto riguarda le prese elettriche entro la fine dell'anno. Ho già dato mandato ai responsabili di presentare proposte per compiere passi in avanti soprattutto per facilitare chi vuole usare l'auto elettrica abbattendo le frontiere». Tajani ha comunque sottolineato l’importanza del progetto di Parma e ha avanzato la proposta di inserire la città nel progetto Smart Cities che coinvolge diversi centri europei nell’elaborazione di modelli innovativi di pianificazione e organizzazione urbana.