Fonti di energia rinnovabili. Tra le fonti di energia rinnovabili alternative al petrolio vi sono i biocombustibili, ottenuti da masse vegetali che però hanno l’inconveniente di competere con l’industria alimentare per il reperimento delle materie prime, tranne nel caso in cui a essere sfruttate siano biomasse che derivano da scarti che non possono entrare nella catena alimentare.
Uno studio della Università della California, del Dipartimento di ecologia globale della Carnegie Institution e della Stanford University, ora pubblicato sulla versione online della rivista “Science”, mostra come lo sfruttamento delle biomasse per produrre bioelettricità invece che bioetanolo potrebbe essere una soluzione conveniente ed efficace. Le opzioni considerate sono due: convertire una certa quantità di biomassa direttamente in elettricità, con cui caricare le batterie di un veicolo, oppure convertirla in etanolo con cui alimentare un veicolo con motore a scoppio.
Gli studiosi hanno basato le loro valutazioni su due criteri: il numero di chilometri e la quantità di emissioni di co2 per unità di area coltivata, considerando sia diverse specie vegetali (mais e il panico verga, una specie vegetale molto diffusa nel Nord America) e un’ampia gamma di tipi di autoveicoli, dall’utilitaria al SUV.
Secondo le stime riportate, la biomassa convertita in bioelettricità produce, in linea teorica, una percorrenza chilometrica superiore dell’81 per cento rispetto alla conversione in bioetanolo, peraltro diminuendo le emissioni nocive del 108 per cento.
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